Omelia messa MLAC presso Azienda MADEL 24.10.2013

Alla radice della dottrina sociale troviamo il principio della dignità della persona.

Il principio della dignità della persona deriva dal fatto che la persona umana in quanto centro e vertice di tutto ciò che esiste sulla terra è il fine di tutte le istituzioni sociali. Pertanto, il rispetto della persona umana si pone quale pilastro fondamentale per la strutturazione della società stessa, essendo la società finalizzata interamente alla persona (cfr. Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa, capitolo terzo).

L’ importanza del lavoro è all’origine della moderna dottrina sociale della Chiesa.

Il lavoro è la chiave della questione sociale divenuta, ai nostri giorni, questione globale.

Il lavoro, riconosciuto ed apprezzato, è la chiave perché la singola persona possa uscire in modo sostenibile dalla povertà… oramai la povertà è in agguato anche per intere categorie di famiglie che prima del manifestarsi della crisi potevano sentirsi al sicuro.

Il lavoro è la radice dello sviluppo. Dal lavoro occorre partire per soddisfare la necessità di produrre beni in quantità sufficiente, di qualità adeguata, usando in modo efficace le risorse tecniche e materiali. In definitiva, è l’uomo il protagonista dello sviluppo, non il denaro e la tecnica, ed è solo dall’impegno lavorativo che l’economia può rimettersi in marcia.

L’attività di lavoro può mettere in moto l’economia.

Lavoro che sia risposta ad una chiamata. Giovanni Paolo II (nella CA 13) ha

scritto che «È nella risposta all’appello di Dio, contenuto nell’essere delle cose, che l’uomo diventa consapevole della sua trascendente dignità. Ogni uomo deve dare questa risposta, nella quale consiste il culmine della sua umanità, e nessun meccanismo sociale o soggetto collettivo può sostituirlo»[CA 13]. L’identità non è qualcosa che possiamo darci da sol i, né come individui né come popoli. L’identità personale nasce sempre da una chiamata, da una vocazione. L’amore ci costituisce e ci fa scoprire il nostro valore: se non siamo cercati né amati come potremmo pensare di essere qualcosa e di valere qualcosa?

Allora oggi abbiamo lavorato. Hai messo la tua forza, la tua intelligenza, la tua competenza, la tua fatica, la pazienza… adesso in questa eucaristia viene il Signore per “rafforzare l’opera delle tue mani” a mettere la sua condiscendenza in quello che hai fatto. Chi confida nel Signore tutto quello che fa gli riesce bene. Questo fuoco, questa energia alimenta la tua vita, il tuo lavoro… un fuoco che ti lega a Cristo, che è al tuo fianco nella tua fatica e tu puoi sapere quello che a lui piace. Un fuoco, una vicinanza con il Signore che ti fa superare le divisioni, che ti fa stare qui, adesso con una consapevolezza della gratuità, aver preparato, aver fatto gli inviti, aver telefonato all’imprenditore, aver preparato la Pasqua al Signore … questa Pasqua, qui in questo luogo e andare a casa senza trionfalismi, con una gioia dentro e riconoscere; “siamo servi inutili, abbiamo fatto quello che dovevamo fare”… come dice la seconda lettura: fatti servi di Dio voi raccogliete il frutto che vi porta alla santificazione, e come meta avete la vita eterna. Essere santi per santificare … domani il tuo ambiente di lavoro, il tuo lavoro, i tuoi colleghi … perché amico del giusto è il Signore…

Padre Riccardo.