Custodire la Parola – 31/05/2015

Deronomio 4,32-40 / Salmo 32 / Romani 8,14-17 / Matteo 28,16-20
SANTISSIMA TRINITÀ
Mezuzzah di Dio …

Si Dio è lassù nei cieli e nella terra … Il popolo di Israele ha una fortissima coscienza della presenza di Dio, consapevolezza che si traduce nel porre la sua Parola, la legge, in piccoli rotoli che vengono messi in piccoli astucci che vengono fissati alle porte delle case. Nel credo di Israele (Shema) si dice: “Tu amerai il Signore tuo Dio con tutto il cuore, con tutta l’anima e con tutte le forze. Questi precetti che oggi ti dò, ti stiano fissi nel cuore; li ripeterai ai tuoi figli, ne parlerai quando sarai seduto in casa tua, quando camminerai per via, quando ti coricherai e quando ti alzerai. Te li legherai alla mano come un segno, ti saranno come un pendaglio tra gli occhi e li scriverai sugli stipiti della tua casa e sulle tue porte” (Dt 6,4-9). Mezuzzah, in ebraico מזוזה, plurale מזוזות (mezuzzot) consistente in un contenitore che racchiude una pergamena (claf) su cui sono stilati i passi della Torah corrispondenti alle prime due parti dello Shema.
La Mezurah viene affissa in posizione obliqua sullo stipite della porta di ingresso della casa ebraica, alla destra di quello che entra e anche in sinagoga. Il significato di questo oggetto è molto importante perché rende concreta la presenza di Dio. Il credo del popolo di Israele ci porta a confrontarci con il Dio unico, da amare e da tenere sempre davanti a noi, soprattutto nella vita reale.
Il v. 18 del prologo di Giovanni si dice: “Nessuno ha mai visto Dio; l’unigenito Dio, che è nel seno del Padre, è quello che l’ha fatto conoscere”.
Tutta la vita di Gesù è rivelazione della sua relazione col Padre, tutta la sua vita ci parla del mistero di Dio. È Gesù che ci parla del Padre, dello Spirito e di se stesso; ce ne parla con parole di prossimità, di comunione.