Custodire la Parola – 03/05/2015

Atti 9,26-31 / Salmo 21 / 1 Giovanni 3,18-24 / Giovanni 15,1-8
Il triplice frutto  della vite e dei tralci

Ogni anno il buon agricoltore si preoccupa di tagliate dalla vite i tralci vecchi che hanno già dato frutto; la vite viene potata in modo che la forza della linfa spinga nei nuovi tralci il vigore necessario a produrre i frutti sperati.
Produrre i frutti è l’unico obiettivo della vite e dei tralci. Unico scopo della vite è produrre il grappolo. Infatti se per altre piante è possibile produrre oltre ai frutti anche il legno, per la vite questo non è possibile … Anzi se non produce frutti, si taglia, si butta e si brucia.
Come è possibile per un cristiano produrre un frutto?
La condizione necessaria è il legame con Gesù. Rimanere in lui, significa una relazione vitale in cui Gesù rappresenta il riferimento costante e principale della vita. Tutto questo lo traduciamo nel dare concretezza alla vita cristiana. San Paolo diceva: non sono più io che vivo ma Cristo vive in me. Come posso tollerare scelte, desideri ed esperienze che tradiscono il legame di amore e fedeltà che nel battesimo ho stretto con Gesù?
Scopro che la vita cristiana si fonda non su dei principi morali, ma si costruisce nell’amore al Signore è bella fedeltà quotidiana alla sua parola.
Senza questo presupposto non esiste unità con lui, su è tralci per se stessi, non si producono i frutti della vite …si è destinati alla sterilità.
Quali sono i frutti maturi nella mia vita cristiana?
Sono i frutti della COMPASSIONE: sentire in noi quel fermento, quel fremere di fronte alla sofferenza dell’uomo. La compassione è la risposta alla domanda di Dio fatta da sempre a Caino: “dove è tuo fratello Abele?” Caino non ebbe compassione di Abele: “Sono forse io il custode di mio fratello?” La compassione mi fa essere custode di mio fratello!
Sono i frutti della TENEREZZA: quell’amare materno, paterno, amicale … Quell’amare che porta in se tutto il bene per colui che è amato e che nulla chiede in cambio. La tenerezza è lo sguardo di benevolenza, di complicità, di fierezza … Ohhh quanto la tenerezza renderebbe migliori le nostre relazioni!
Sono i frutti della MISERICORDIA: l’attenzione a dimorare nell’altro, per quanto l’altro mi dà possibilità, come se fossi in una “terra sacra”. Il rispetto di chi sa stare in punta di piedi nel cuore del fratello. La misericordia mi provoca a cercare continuamente il cuore del fratello, perché la mia misericordia non può esistere da se stessa se non c’è il “fratello”.